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Ma Pin non
è
abituato a trattare con la gente buona
e si trova a disagio, e
nemmeno a dire il rosario
è
abituato; cosi
mentre i due vecchi ruminano le
preghiere, a occhi chiusi,
lui scende dalla sua sedia piano piano e va via.
La notte dorme
in un buco scavato in un pagliaio e al mattino
riprende il
cammino, per luoghi
pi
ù
pericolosi,
infestati dai tedeschi. Ma Pin sa che
essere un bambino
è
comodo alle
volte, e che se anche dicesse che
è
un
partigiano non ci
crederebbe nessuno.
A un certo momento, un posto di blocco
gli sbarra la via. I tedeschi lo
smicciano di lontano, di
sotto agli elmi. Pin si fa avanti con faccia
tosta.
- La
pecora, - dice, - avete mica visto la mia pecora?
-
Was?
- I tedeschi non capiscono.
- Una pecora.
Pe-co-ra. B
è
eee...
B
è
eee...
I tedeschi ridono: hanno
capito. Con quella zazzera e cosi infagottato,
Pin potrebbe
essere anche un piccolo pastore.
- Ho perduto una pecora, -
piagnucola, -
è
passata di qua, sicuro. Dove
è
andata? - e Pin s'intrufola e cammina
via, chiamando: - B
è
eee...
B
è
eee...
- Anche questa
è
passata.
Il mare che
ieri era un torbido fondo di nuvola ai margini del
cielo, si fa
una striscia d'un cupo sempre
pi
ù
denso ed ora
è
un grande urlo
azzurro al
di
l
à
d'una
balaustra di colline e case.
Pin
è
al suo torrente. ? una sera con poche
rane; girini neri fanno vibrare
l'acqua delle pozze. Il
sentiero dei nidi di ragno sale su da quel punto,
oltre
quel
canneto. ? un posto magico, noto solo a Pin.
Laggi
ù
Pin
potr
à
fare
strani
incantesimi, diventare un re, un dio. Sale per il
sentiero, a cuore in
gola. Ecco i nidi: ma la terra
è
smossa,
dappertutto si direbbe che una
mano
è
passata,
strappando l'erba, muovendo le pietre,
distruggendo le
tane, rompendo gli intonachi d'erba
biascicata:
è
stato Pelle! Pelle sapeva il
posto:
è
stato
l
ì
con le labbra
sbavate tremanti d'ira, ha scavato il terriccio
con le unghie,
ha ficcato stecchi nelle gallerie, ha ucciso tutti
i ragni uno
per
uno, per cercare la pistola pi-trentotto! Ma l'ha
trovata? Pin non
riconosce pi
ù
il punto: le pietre che aveva messo non
ci sono pi
ù
, l'erba
è
strappata a cespi. Doveva essere qui,
c'
è
ancora la
nicchia scavata da lui,
ma
è
piena di terriccio e frammenti di tufo.
Pin piange, a
testa tra le m/tld/ani. Nessuno gli
ridar
à
pi
ù
la
sua pistola: Pelle
è
morto e non
l'aveva nel suo arsenale,
chiss
à
dove l'ha
messa, a chi l'ha
data. Era l'ultima cosa che restava al
mondo, a Pin: cosa far
à
adesso? In
banda non pu
ò
pi
ù
tornare: ha fatto troppe cattiverie a
tutti, a Mancino, alla
Giglia, a Duca, a Zena il Lungo detto
Berretta-di-Legno. All'osteria
c'
è
stata la retata e tutti sono stati
deportati o uccisi. Resta solo
Misc
è
l il
Francese, nella brigata
nera, ma Pin non vuoi fare la fine di Pelle,
salire
per una
lunga scala attendendo lo sparo. ? solo sulla
terra, Pin.
La
Nera di Carrugio Lungo sta aggiustandosi addosso
una nuova
vestaglia azzurra, quando sente
bussare. Sta in ascolto: di questi tempi ha
paura ad aprire
a sconosciuti quand'
è
nella sua vecchia casa del carrugio.
Bussano ancora.
Pin prende la via del torrente. Gli
sembra d'essere tornato alla notte in
cui ha rubato la pistola.
Ora Pin ha la pistola, ma tutto
è
lo stesso:
è
solo al
mondo, sempre
pi
ù
solo. Come
quella notte il cuore di Pin
è
pieno d'una
domanda sola:
che far
ò
?
Pin cammina piangendo per i
beudi. Prima piange in silenzio, poi
scoppia in singhiozzi. Non
c'
è
nessuno che
gli venga incontro, ora.
Nessuno? Una grande ombra umana si
profila a una svolta del beudo.
- Cugino!
- Pin!
Questi sono posti magici,
dove ogni volta si compie un incantesimo. E
anche la
pistola
è
magica,
è
come una
bacchetta fatata. E anche il Cugino
è
un grande mago, col mitra e il
berrettino di lana, che ora gli mette una
mano
sui
capelli
e
ch/mkbl/iede:
-
Che
fai da
queste
parti, Pin?
- Son venuto a prendere la mia pistola.
Guarda. Una pistola marinaia
tedesca.
Il Cugino la guarda da
vicino.
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